Sono molte le novità e gli interventi messi in campo dal Governo sul fronte pensioni nel 2023, gran parte dei quali pensati per favorire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro in alternativa alle regole ordinarie della Legge Fornero.

Si tratta della proroga degli strumenti di flessibilità in uscita Opzione Donna e APE Sociale, rinnovati con modifiche dalla Legge di Bilancio 2023, e della riproposizione dell’ormai rodato sistema “a Quote” che quest’anno diventa Quota 103. Rivisto poi, tra le altre cose, anche il meccanismo di rivalutazione delle pensioni e l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per gli over 75.

Vediamo quindi nel dettaglio tutte le novità.

NUOVA QUOTA 103

La prima significativa novità della Legge di Bilancio 2023 è la cosiddetta “Quota 103”, un tipo di “pensione anticipata flessibile” disegnata sul meccanismo delle “quote” e operativa in forma sperimentale nel 2023 (in sostituzione della vecchia Quota 102). Con Quota 103 chi ha almeno 62 anni di età con 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2023 potrà accedere ad un assegno pensionistico che, tuttavia, non potrà essere erogato oltre un tetto lordo mensile superiore a cinque volte il trattamento minimo (2.818,65 euro al mese lordi). Viceversa, chi nonostante sia in possesso dei requisiti decide di rimanere a lavoro beneficerà di una somma corrisposta direttamente in busta paga pari alla contribuzione normalmente a carico del lavoratore (9,19%). Si tratta del cosiddetto “bonus Maroni”.

PROROGA OPZIONE DONNA 2023

Con la stessa logica di alleggerimento per la Legge Fornero, la Manovra 2023 proroga di un anno anche il vecchio strumento “Opzione donna”, seppure con requisiti più stringenti e con uno “sconto” più o meno significativo in proporzione al numero dei figli. Il requisito anagrafico e il requisito contributivo, dopo questa proroga, devono essere maturati entro il 31 dicembre 2022 (il termine precedente era il 31 dicembre 2021).

Nello specifico, dal 2023 l’uscita anticipata è concessa esclusivamente alle seguenti categorie di lavoratrici del settore pubblico o privato:

  • caregiver;

  • disabili con invalidità uguale o superiore al 74%;

  • lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi.

Inoltre – ferma l’anzianità contributiva necessaria pari a 35 anni –  il requisito anagrafico è di 58 anni in caso di 2 figli o più, di 59 anni in caso di un solo figlio. Il requisito dell’età rimane di 60 anni per le lavoratrici di aziende in crisi.

PROROGA APE SOCIALE 2023

Rinnovato sul fronte pensioni per il 2023 anche l’Ape sociale, l’“Anticipo Pensionistico” concesso a determinate categorie di lavoratori. La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha confermato fino al 31 dicembre 2023 l’indennità a carico dello Stato corrisposta a specifici soggetti che abbiano maturato – entro la fine del 2023 e al momento della domanda – 63 anni di età e un’anzianità contributiva tra i 30 e i 36 anni (varia in funzione della condizione in cui ci si trova tra quelle elencate di seguito), fino al conseguimento dei requisiti pensionistici per la pensione di vecchiaia. Per poter fruire di questo “accompagnamento alla pensione” sperimentale, i cittadini devono trovarsi in una delle seguenti condizioni:

  • essere disoccupati;
  • avere un’invalidità pari o superiore al 74%;
  • essere caregiver;
  • svolgere mansioni gravose e rispettare determinati limiti contributivi.

 

NUOVE FASCE DI INDICIZZAZIONE PENSIONI 2023

Nella Legge di Bilancio 2023 confluisce anche una rivisitazione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023 2024, al fine di tutelare i soggetti più bisognosi. Si tratta dell’adeguamento delle somme corrisposte a titolo di pensione che vengono ricalcolate ogni anno in base all’incremento dei prezzi al consumo registrati dall’ISTAT. Il testo stabilisce 6 fasce di rivalutazione al posto delle 3 in vigore fino al 2022. In estrema sintesi, la rivalutazione piena riguarda solo gli assegni uguali al trattamento minimo, che scende all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo. La rivalutazione pensioni poi va a scalare fino al 32% per gli assegni di un valore superiore a 5.253,38 euro lordi al mese.

AUMENTO PENSIONI MINIME

Al restyling della rivalutazione segue anche l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per tutti gli over 75, anch’esso inserito nella Legge di Bilancio 2023. Obiettivo dell’intervento è contrastare l’inflazione, sulla scorta della crisi energetica relativa alla guerra in Ucraina. In particolare, si è disposto, in via eccezionale:

  • dal 1° gennaio 2023, un aumento dell’1,5% nel 2023 per i beneficiari, del 6,4% per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni;

  • dal 1° gennaio 2024, un aumento del 2,7% per i beneficiari delle pensioni minime.

 

CAMBIA IL SISTEMA DI CALCOLO DELLE PENSIONI 2023

Un’altra novità arriva dal sistema di calcolo delle pensioni 2023. Con il Decreto Direttoriale del 1° dicembre 2022 è stata infatti ufficializzata la revisione biennale dei “coefficienti di trasformazione del montante contributivo”. Si tratta dei valori, per semplificare, utilizzati per calcolare il trattamento ricevuto in base ai contributi versati durante l’attività lavorativa.

In estrema sintesi, dal Decreto di dicembre emerge che chi uscirà da mondo del lavoro nel 2023 o nel 2024 sarà interessato da un aumento della quota contributiva della pensione. Tale aumento, il primo registrato da 5 anni, è compreso tra il 2 ed il 3% circa, al netto degli altri fattori. Ciò vuol dire che l’importo della pensione sarà più alto di quello percepito da coloro che sono usciti dal mondo del lavoro negli anni precedenti.

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